Personaggi: contrasto e coerenza

La leggenda dice che i bravi scrittori rendono i loro personaggi persone reali, fisiche, viventi, pensanti. Più si riesce a creare l’illusione che i personaggi siano persone vere, più il lettore verrà catturato dalla storia e lascerà che il mondo fittizio si sostituisca a quello reale. Creare personaggi che sembrino pluridimensionali e verosimili richiede una certa maestria, ma con un po’ di tecnica è possibile creare dei personaggi interessanti e funzionanti.

Nel cuore di ogni personaggio verosimile batte un desiderio. Un personaggio deve volere qualcosa. Il desiderio è la forza che muove la natura umana e, applicato alla narrativa, è ciò che porta avanti una storia.

Il desiderio di un personaggio può essere grande, illusorio o anche negativo, come il desiderio di solitudine, o la voglia di vendicare la morte di un figlio. Oppure il desiderio può essere semplice: scappare dalla propria moglie, o far sbocciare le orchidee nel giardino. Non è importante che il desiderio sia grande o piccolo, ma è importante che sia forte. Un desiderio forte aiuta il lettore a identificarsi e a simpatizzare con il personaggio, mentre un personaggio, mentre un personaggio senza desideri lo annoierà e lo porterà ad abbandonare la storia.

Il motore di una storia non si accende finché i personaggi non hanno un desiderio.

La complessità umana

In una storia, niente è meno appassionante di un personaggio che agisce in maniera prevedibile, e quando si creano i personaggi bisogna esplorare i dettagli che li rendono complessi: non tipi ma persone reali. Noi portiamo sulle spalle le nostre storie, le nostre esperienze, i nostri ricordi, cose che ci rendono diversi l’uno dall’altro. Lo stesso deve valere per i personaggi.

Aristotele ha scritto che un personaggio deve essere uno le cui sfortune sono causate da errori e fragilità. Sia che i tuoi personaggi incontrino sfortune o no, i difetti li renderanno più interessanti e autentici.

Quando un personaggio non è un buono devono comunque essere mostrate tutte le sfaccettature che lo caratterizzano. I cattivi non sono cattivi ogni singolo minuto della loro vita. A volte fanno cose come mangiare cibo cinese, o portare la macchina all’autolavaggio, o addirittura possono aiutare un’anziana signora a raccogliere le mele che sono cadute dalla borsa della spesa.

Quando è stato pubblicato Lolita di Vladimir Nabokov le polemiche non furono poche, e l’autore passò molto tempo a spiegare che la sua conoscenza delle ninfette era puramente teorica, a differenza di Humbert Humbert che molesta le ragazzine. In Lolita, Nabokov commette uno degli atti più difficili per uno scrittore: rende verosimile l’umanità di un personaggio riprovevole. Humbert Humbert è uno dei personaggi più disgustosi che siano mai stati creati, e sarebbe stato facile mostrarlo solo in una luce negativa. Invece Nabokov gli attribuisce anche tratti positivi: fascino, decisione, intelligenza, una certa vergogna per la sua debolezza e, da ultimo, un vero amore per Lolita.

Tratti contrastanti

Un elemento affascinante della natura umana è che noi tutti possediamo caratteristiche contrastanti, a volte sottili, altre volte molto conflittuali. Questi contrasti forniscono infine l’opportunità di rendere complesso un personaggio.

I migliori contrasti non devono apparire posticci: devono invece trasparire dalla caratterizzazione.

Coerenza

A meno che il tuo personaggio non beva una specie di pozione del Dr. Jekyll e Mr. Hide non deve comportarsi in un modo per buona parte della storia e poi cambiare bruscamente alla fine. I tratti contrastanti sono importanti, ma la caratterizzazione deve sempre essere coerente. 

Questa è la differenza. 

Le caratteristiche contrastanti sono momenti di umanità.

La coerenza di un personaggio deriva invece dalla buona caratterizzazione.

Possibilità di cambiare

I personaggi devono avere l’abilità di cambiare, e il lettore deve accorgersi di questo potenziale. Il cambiamento è molto importante per i personaggi principali. Se il desiderio porta avanti la storia, il cambiamento è spesso il culmine della vicenda.

Da dove vengono i personaggi

I tuoi personaggi emergono dalle persone che hai conosciuto, visto o anche solo immaginato. L’ispirazione è ovunque. Gli scrittori spesso costruiscono i personaggi partendo dalle caratteristiche di persone che conoscono, altri partono dalla propria personalità. Anche se deciderai di basarti sulle persone che conosci bene, ricordati che quando hai a che fare con le persone reali devi lasciare spazio alla creatività.

Molto meglio narrativizzare queste persone, trasformandole in personaggi che si adattino alle necessità della storia. Puoi anche trarre ispirazione da persone che non conosci: osservare la gente è un ottimo modo per sviluppare i personaggi. Osserva le persone e cerca di immaginare in che tipo di situazione si trovano.

Conosciamo i personaggi

Prenditi il tempo di conoscere i tuoi personaggi come se fossero amici tuoi, e questo vale anche per i personaggi più sgradevoli. Durante lo sviluppo di una storia è molto utile conoscere intimamente i personaggi, in modo da poterli descrivere con maggiore autenticità. 

Quando sviluppi il tuo personaggio, considera le seguenti categorie:

  • apparenza: non si può giudicare un libro dalla copertina, ma la copertina può dare informazioni e creare aspettative. Il modo in cui un personaggio si veste, si muove, si comporta è estremamente importante, e rivela molto della sua personalità.
  • Sfondo: una donna cresciuta in una famiglia con diciassette ragazzi si comporta diversamente da una che è cresciuta come figlia unica. Le esperienze, il modo in cui sono cresciuti o ciò che hanno sofferto, sono tutte le cose che danno forma ai personaggi.
  • Personalità: questo è un aspetto che deriva dalle due categorie precedenti, il risultato di tutto ciò che una persona è stata ed è. In che modo pensa? Quali sono le sue inclinazioni? Le sue speranze? Le sue paure? La personalità di un personaggio indica come agirà e reagirà a ciò che gli accade in una storia.
  • Identità primaria: come si definirebbe il tuo personaggio? Prova a chiedere a diverse persone “chi sei?” e otterrai sempre risposte diverse. Alcuni risponderanno con l’occupazione o la razza, altri con il genere o l’età. La risposta a questa domanda indica il modo in cui una persona di identifica. Una persona che risponde “sono un avvocato” ha un’identità primaria molto diversa da una che risponde “sono un hindu”. Magari sono entrambi avvocati o entrambi hindu, ma si identificano in modi molto diversi.

Le domande per conoscere il tuo personaggio

Per conoscere il tuo personaggio, i tuoi personaggi, ti sarà utile rispondere alle seguenti domande:

  • come si chiama? Ha un soprannome?
  • Di che colore ha i capelli? E gli occhi?
  • Quali sono le sue caratteristiche somatiche? Ha qualche segno particolare?
  • Chi sono i suoi amici? E la sua famiglia? Quali sono le persone con cui passa più tempo?
  • Dove è nato? Dove vive? Qual è il posto in cui si sente a casa?
  • Dove va quando ha fame?
  • Qual è la sua più grande paura? Con chi si confida? Con chi non si confiderebbe mai? Perché?
  • Ha qualche segreto?
  • Cos’è che lo fa piangere?
  • Ha il cuore spezzato o è innamorato?

Puoi anche andare più in profondità con domande come:

  • Cosa c’è nel suo frigorifero? Sul pavimento della camera da letto? E nella spazzatura?
  • Che scarpe indossa? Come sono i suoi calzini?
  • Quale odore associa ai suoi ricordi d’infanzia?
  • Il personaggio sta facendo le pulizie di primavera. Quali oggetti per lui sono più facili da gettare via? Quali sono i più difficili? Perché?

Tipi di personaggi

Tutti gli aspetti descritti fino ad ora – desideri, contrasti, complessità, coerenza, cambiamento – devono riguardare i personaggi più importanti. Le storie tendono ad avere un unico protagonista, anche se in alcuni romanzi ce ne sono due o più. Jay Gatsby è il protagonista de Il grande Gatsby, un uomo avvolto nel mistero, il cui unico scopo è conquistare l’elusiva Daisy.

A volte c’è un antagonista, un personaggio che pone un ostacolo al raggiungimento dello scopo del protagonista. Tom Buchanan, il marito di Daisy, è l’antagonista de Il grande Gatsby perché si oppone al desiderio del protagonista. Tom può essere considerato un cattivo ragazzo perché è un cascamorto che a volte maltratta Daisy, ma l’antagonista non deve per forza essere cattivo.

I personaggi secondari sono di supporto. Alcuni di loro possono avere uno sviluppo, ma non della stessa intensità dei protagonisti. Il trucco da usare con i personaggi secondari è trovare pochi dettagli caratterizzanti che catturino la loro essenza. Jordan è un personaggio secondario ne Il grande Gatsby, ed è caratterizzata dall’essere una tennista, non troppo onesta, e pettegola.

Le comparse sono personaggi che non hanno un impatto significativo nella storia.

Mostrare e raccontare

Ci sono due metodi per descrivere un personaggio: mostrare e raccontare. A volte può essere più efficace per il narratore raccontare e spiegare il personaggio, succede quando i personaggi non sono mostrati attraverso azioni specifiche che rivelano le loro caratteristiche o le loro intenzioni. Lo scrittore, in questo caso, racconta ciò che vuole farci sapere di loro.

Ma non bisogna mai esagerare con le spiegazioni. Gli insegnanti di scrittura ordinano agli studenti Show, don’t tell! E hanno ragione. Rivelare informazioni mostrandole è molto più interessante che raccontarle, perché il mostrare dà la possibilità al lettore di sentirsi coinvolto.

Mostrare permette anche di rallentare e rivelare particolari gradualmente. Nella vita reale le persone si rivelano a poco a poco. La stessa cosa deve accadere nella narrativa. 

Ci sono quattro modi per mostrare un personaggio:

Azioni. 

Le azioni dicono più delle parole. Ne Il grande Gatsby, Daisy si rivela molto bene grazie alle sue azioni quando incontra il narratore Nick, suo cugino, che non vede da un anno: 

Lei rise di nuovo, come se avessi detto qualcosa di molto divertente e mi tenne le mani per qualche istante, guardandomi negli occhi e assicurandomi che non c’era altra persona al mondo che avrebbe voluto vedere più di me. Era fatta così. 

Daisy si comporta con estrema gentilezza. Le sue azioni aiutano a mostrare il suo carattere e il suo comportamento da gentildonna. Se tutte le azioni rivelano qualcosa, quelle di un personaggio quando è in crisi spesso arrivano al nucleo della sua vera natura e delle sue intenzioni. Dopo aver confessato a suo marito Tom che lei ama Gatsby e che se ne andrà con lui, Daisy parte in macchina con Gatsby. Al volante, investe e uccide accidentalmente una donna e scappa via – mostrando tutto il suo nervosismo. Gatsby decide di prendersi la colpa per proteggerla e la riaccompagna a casa. Lui aspetta fuori, pensando che lei si chiuda a chiave nella stanza, come avevano concordato che avrebbe fatto se Tom le avesse dato qualche problema. Invece Nick la vede con Tom:

Daisy e Tom se ne stavano seduti uno di fronte all’altra al tavolo della cucina, con un piatto di pollo freddo tra loro e le due bottiglie di birra. Lui le stava parlando con gentilezza, e la sua mano era caduta a coprire quella di Daisy. In un attimo lei alzò lo sguardo per fissarlo e annuì. Non erano felici, e nessuno di loro due aveva toccato il pollo o la birra – ma non erano neppure infelici. C’era un’inconfondibile aria di intimità nella scena e nessuno avrebbe detto che stavano tramando qualcosa.

Qui viene rivelata la vera natura di Daisy. Dopo essere fuggita con Gatsby e aver ucciso una donna guidando imprudentemente, lei torna dal marito e si rinchiude nella sicurezza del matrimonio, lasciando Gatsby sotto la pioggia. Questo rivela la duplice natura di Daisy, la sua sottomissione, la vigliaccheria e l’incapacità di sopportare la pressione. Molto diversa dalla donna gentile e affascinante incontrata all’inizio.

Dialoghi.

I personaggi possono essere definiti attraverso i loro discorsi. Ne Il grande Gatsby Daisy parla come una fanciulla un po’ svampita:

<<Ti è mai successo di aspettare il giorno più lungo dell’anno e poi dimenticartene? Io aspetto sempre il giorno più lungo dell’anno e poi me ne dimentico.>>

<<Capisci bene che io penso che tutto questo sia terribile>> disse con convinzione <<Chiunque lo pensa – le persone più intelligenti. E io lo so. Sono stata dovunque, ho visto tutto e fatto tutto>>

Le domande, le confidenze e le affermazioni di Daisy mostrano al lettore la meraviglia nei suoi occhi spalancati e la sua natura naif. Man mano che la storia avanza, cominciamo a capire che c’è della tensione nascosta.

Aspetto.

La breve visione di qualcuno può darci molte informazioni sulla sua personalità. Si può capire qualcosa dall’aspetto, dal modo in cui si veste, e dall’espressione facciale. Il modo in cui un personaggio appare dà al lettore molte informazioni su come questa persona si presenta e vive. Ne Il grande Gatsby, il lettore incontra per la prima volta Tom, il marito di Daisy, così:

Era cambiato dagli anni di New Haven. Adesso era un trentenne forte e dai capelli color paglia, labbra dure e maniere superbe. Due occhi arroganti e splendenti gli davano l’aspetto di chi si comporta sempre in modo aggressivo. Neanche l’eleganza del suo vestito da cavallerizzo riusciva a nascondere l’importanza del suo corpo – sembrava che riempisse quegli stivali scintillanti al punto di far esplodere i lacci e si poteva vedere un fascio di muscoli andare su e giù quando le sue spalle si muovevano nella giacca. Era un corpo capace di grandi imprese – un corpo crudele.

Pensieri.

La narrativa ha il potere di entrare nella mente dei personaggi, spesso con maggiore profondità di altre forme di racconto. Nei film e nelle opere teatrali il pensiero non si può esprimere facilmente, mentre nella narrativa i pensieri dei personaggi possono essere mostrati direttamente al lettore. Ne Il grande Gatsby, il lettore ha accesso diretto ai pensieri di Nick visto che la storia è narrata dal suo punto di vista:

Mi piaceva camminare per la Quinta Strada e osservare donne romantiche tra la folla e immaginare che in pochi minuti sarei potuto entrare nelle loro vite, e nessuno lo avrebbe mai saputo. A volte, nella mia mente, le seguivo fin nei loro appartamenti in strade isolate, loro si giravano e mi sorridevano prima di sparire nell’oscurità.

Una sinfonia di metodi

Il consiglio più importante è quello di utilizzare questi metodi in combinazione tra loro, in modo da creare un senso di profondità in ogni momento della storia. I quattro metodi possono anche essere utilizzati in contrapposizione. Dici sempre quello che pensi? Il linguaggio del corpo ti tradisce mai? Spesso la verità viene fuori dalla discrepanza tra due o più di questi metodi. 

Una volta creati i personaggi a tutto tondo, non c’è limite alle cose che puoi mostrare o raccontare su di loro, ma quando dai forma ai personaggi nel contesto della storia assicurati di scegliere con cura quali dettagli includere.

Infine, il nome. Non è un argomento banale: il nome definisce il personaggio. I nomi sono come l’involucro di un regalo, danno un’idea di ciò che può esserci in una persona.

Nel manuale Lezioni di scrittura creativa, della Gotham Writers’ Workshop, Brandi Reissenweber racconta così la caratterizzazione dei personaggi. Alla parte teorica, che ho provato a riassumere in questo articolo, l’autrice aggiunge una serie di esercizi che consiglio di provare. Se vi va di utilizzare il mio link di affiliazione e acquistare i libri citati in questo pezzo riceverò una piccola commissione sul tuo acquisto e questo mi permetterà di produrre nuovi contenuti. Ti ringrazio se ti andrà di sostenere il mio lavoro: https://amzn.to/3FSqzRp